Pichincha, 4781 metri.

Pichincha, 4781 metri.
Pichincha, 4781 metri.  







Questa mattina la sveglia era alle 6.
Fortunatamente l'allarme del mio nuovo "Fashion Illuminator" da 3$ ha funzionato e dopo una colazione a base di macedonia di frutti tropicali, yougurt, muesli, huevo revueltos, succo di papaya, caffe', briosches e compagnia bella, sono partito alla volta del Pichincha. Un vulcano la cui bocca tocca i 4781 metri.
Dai 2800 metri di Quito abbiamo raggiunto i 3600 con un mezzo e da li .. via!
Passano poche decine di minuti di cammino per rendermi conto che a queste altitudini la forza e la fatica per porre un passo di seguito all'altro e' mostruosa.
Una ragazza del gruppo non ce la fa e viene portata al rifugio in auto. Lo stesso rifugio che devo raggiungere.
Mi trovo a contare solo sulle mie gambe mentre il cuore bussa nel mio petto come un pazzo in fin di vita alla porta di casa nel bel mezzo della notte.
L'ossigeno scarsegga e tocca bere molta acqua quando la testa gira.
Cosi' penso alle mie gambe, al mio cuore, all'integratore che ho preso prima di cominciare il cammino e ale sigarette che fumo.. dannandole e paragonando il fumo al vulcano stesso.
Mi impunto di arrivare in cima e fare su una sigaretta... per poi buttarla nella bocca del vulcano promettendomi di fumare meno... come un vulcano... solo di tanto in tanto.
Tra un pensiero e l'altro, una pausa e l'altra.. mi ritrovo ad essere l'ultimo.
Sul cammino si vedono folate di nubi gelide che tagliano la strada. Gli altri del gruppo sono piu avanti di me.
La temperatura scende ogni metro di altitudine che io conquisto, ma alla fine anche se sudato fradicio e con gli abiti completamente inzuppati di sudore, arruvo al rifugio, pensando "Cazzo!" e dicendo: "Ayeah!"
Arrivato trascinandomi la guida indigena, Chusky, serve the', biscotti, cioccolato per riprendere le energie.
Io mi cambio aggiungendo ai miei panni gli altri piu' pesanti e la giacca anti-vento dello scooter.
Ora la meta non e' piu il rifugio ed il sentiero non e' piu' una "semplice" strada sterrata che sale ma cumuli di roccie e sentieri sdruccievoli di pietra e sabbia lavica.
Alcuni passi conquistati allo scivolare ne costano due... e non e' bello! Sono sempre l'ultimo e gli altri non li vedo per nulla.
I sentieri sono invasi da una nebbia che in alcune zone e' cosi' fitta da farti pensare: "hey, ma qui a due metri a destra ci sono 4700 metri di -un cazzo di niente- ?"
Alla fine si segue il sentiero roccioso piu' sensato mentre il freddo non mostra la benche' minima pieta' nei confronti delle mie nude mani. 5 gradi.
Sono distrutto e mentre porto spingo un piede avanti all'altro vedo tra la nebbia Chusky che grida sorridendo "Carlos! Vamos vamos!".
Ci sono! Missione compiuta. Arrivo in cima e caccio un urlo potentissimo mentre dagli zaini sbucano le cerveze che all'aprirsi sprizzano come champagne per l'altitudine e con l'aiuto del forte vento gelido la schiuma vola.. a quasi 5000 metri di altezza.

Shella
Shella
Traveler