Giungla! Ancora? Si!

Giungla! Ancora? Si!
Giungla! Ancora? Si!  

Basta giungla! E dove cazzo vado? Bukit Lawang, la giungla più incazzata dell'Indonesia. E' enorme. Il punto è che qui vive una specie di Orango Tango che non si trova da nessuna altra parte eccetto nel Borneo che ho saltato per la stagione dei monsoni. E via, raggiungo Bukit Lawang ed ovviamente devo ripassare dalla pessimissima Medan. Giusto il tempo di respirare qualche ora di pesantissimo smog e mi infilo in un minivan che in 5 ore raggiunge la giungla.

Bukit LawangQui a Bukit Lawang sorge un vero e proprio villaggio ed è veramente bello passeggiare tra le vie di questo piccolo fazzoletto di verde selvaggio. Le stradine  sono affiancate da numerevoli bancarelle, casette, chalet e ristorantini alla mano. In novembre di turismo zero. Ci sono in tutto il villaggio una decina di viaggiatori ed oltre 100 guide con tanto di brevetto. Devo ammettere però che non sono assillanti nel convincerti ad andare con loro anzichè con un'altra guida. Questi giovani ragazzi tra i 20 ed i 40 anni offrono la loro (carissima) guida per fare del trekking nella giungla. Ahimè a 'sto giro non si può andare da soli perchè due anni fa una tedesca ha pensato bene di andare nella giungla per i fatti suoi con una bambina di 8 mesi. Fortunatamente le due fanciulle sono state trovate sane e salve ma se la sono vista brutta. Erwin, la stessa guida che mi ha accompagnato in un trekking di due giorni nella foresta, mi ha detto che quando l'ha trovata erano le due di notte ed era accucciata a proteggere la bambina dalla pioggia che cadeva senza tregua. Tra l'altro questa giungla non è affatto semplice. Ne ho viste altre e devo ammettere che questa tra quelle che ho visto è la più facile per perdersi. E' tutto un andare su e giu tra sentieri praticamente invisibili. Per muoversi è necessario afferrare tronchi per tirarsi su ed aiutarsi con altri alberi per ammortizzare le discese. Tra le piante più assurde qui c'è anche quella che produce il latex, il lattice. Si... l'albero dei goldoni! Se vi doveste trovare come me davanti ad una mezza noce di cocco piena di questa sostanza bianca, quando la guida vi offre di sentire l'odore... non fatelo, sopratutto se sono le prime luci dell'alba perchè l'odore del lattice (del goldone) alle prime pre del mattino è qualcosa di devastante, specie se avete appena fatto colazione! eeeeeh!

Orango Tango!Tra i 7 faticosi kilometri fatti, dopo aver incontrato ben sette orango tango, prima di raggiungere l'accampamento mi trovo ad afferrare un ennesimo albero per tirarmi su e... qualcosa mi punge! Guardo le dita, guardo cosa c'è sull'albero e alzo lo sguardo verso il cielo cercando tra le fronde di immensi alberi il nostro padre eterno signore di tutti i cieli che ci ama e ci benedice ogni giorno con il frutto del suo amore santo... "CABAYA DE DIOS! Can you wait a second please?" Ho preso in pieno un catterpillar che non ho capito cosa sia ma ha la forma di un verme enorme, tipo 10cm, e sta li sulla corteccia a fare un cazzo di niente coperto da migliaia di microscopici aghi. La ciurma composta dalla guida, me, un paio di inglesi ed un trio di australiani si ferma. "Wuzz up?". Mostro le dita ad Erwin e mi dice che è velenoso... e ride. Io non so 'sta gente che ride comunque è un veleno ridicolo come quello della vespa per dire. E' sufficiente estrarre le spine ed il gioco è fatto. Non è tanto piacevole il gioco da fare ma si fa, no? Mentre mi spulcia le spine chiedo scusa alla ciurma per l'attesa ma sono ben contenti di prendere fiato, inoltre Steve, un'australiano dallo sguardo di Bud Spencer mi guarda, sorride e dice:"No, no! Don't worry! That's cool!". Eh ve beh! :-) That's cool!

Camping JungleArriviamo all'accampamento finalmente tra il fuoco delle candele che illumina il tappeto impermeabile, dopo vari giochi assurdi frutto della simpaticissima demenza di Erwin, riposiamo in tende sulle sponde di un fiume spettacolare. Il giorno dopo facciamo colazione con frutta faantastica e torniamo in rafting, una mezzoretta buona di discese sul fiume e siamo a "casa".
Tra le altre cose Erwin mi ha raccontato dell'alluvione del 2003. Nel novembre 2003 questo villaggio è stato completamente travolto dall'acqua. E' successo tutto in un istante in periodo di ramadan, quando la gente dormiva. Lui è stato tanto veloce quanto fortunato. Ha fatto in tempo a prendere con se la moglie gravida e  la sua piccola bambina che allora aveva un paio di anni e li ha portati in salvo. Suo fratello invece ha perso moglie e due bambini. Le vittime sono state tantissime.

Sfiga a parte io devo pianificare la mia traversata di Sumatra. Da Medan a Padang sono 300 o forse 400 kilometri e secondo me per quanto possano essere messe male le strade non ci voglioni più di una decina di ore. 15 dai, non di più! Il giovane Indra che lavora nella guesthouse ride come un pazzo quando dico che saranno una quindicina di ore. Lui dice due giorni! Ma dai in due giorni 300 kmli faccio a piedi! E ride, ride tantissimo. Io rido, rido, sorrido e saluto. Sampai Jumpa, addio Bukat Lawang!
 

Shella
Shella
Traveler

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