Decido quindi di fare l'ultima tirata australiana lasciando alle spalle le grigie ipotesi di arrendermi gia a Darwin vendendo tutto per tornarmene in Asia. Andarsene senza nemmeno aver fatto onore alla Ayers rock non mi sembrava il caso e quindi mi organizzo con la nuova banda per scendere vertiginosamente altri 1500 kilometri in direzione di terre rosse. Io, Marine e la sua nuova amica Lauriane abbiamo il piacere di riprendere in macchina Nico che ha gia fatto i 2700 km da Tully a Darwin. Si aggiunge anche all'ultimo Ben, 32 anni francese: è appena arrivato in Australia e fra qualche mese continuerà il suo viaggio per il giro del mondo.
Con l'esperienza acquisita a "tetrissizzare" zaini e valige per cinque persone e con l'aiuto complice di Nico che, tedesco nel sangue, ha particelle di precisione tra un globulo rosso ed un altro, in poche chiacchiere si salta in Jeepsy e si parte!
A differenza del precedente tratto questo che ci si prospetta promette diverse deviazioni.
La prima è in merito alla visita di uno dei parchi nazionali più grandi del Paese, il Kakadu National Park è famoso in primis per essere anche in parte riserva aborigena ed è proprio qui che è più facile acculturarsi a proposito di questa cultura. Anche la sua fauna selvaggia è ben riconosciuta e la quantità di coccodrilli che ci sono in questo parco nazionale è tale da far chiudere l'accesso a vari siti (anche per le condizioni stradali). Infatti essendo appena finita la stagione delle piogge i coccodrilli sono più numerosi e più pericolosi del solito avendo a loro vantaggio tanta acqua nella quale nascondersi. I siti chiusi sono un po' troppi ed è un peccato doversi accontentare.
Nonostante tutto ad Ulirr, dopo aver camminato un poco verso la cima di una collina rocciosa, mi si presenta davanti agli occhi quello che è il panorama più bello mai visto in vita mia: dalla cima di questa verde collina rocciosa vedevo una sconfinata landa zuppa di acqua e verde e mi immaginavo non meno di 200 anni fa popoli aborigeni vivere qui in completa armonia con la natura: la caccia, la pesca, i loro dipinti sulle rocce e la loro circospezione nei riguardi dei numerosi coccodrilli. Il loro saper vivere e la loro spiritualità verso madre natura. Un altro dei posti magici del parco è stato un laghetto ai piedi di una cascata che per raggiungere ci è costata una cosa come 20.000 calorie a testa visto che era a parecchie centinaia di altezza su una montagna. Il bagno (gelido ma non troppo) è stato un must.
In questo Kakadu incrocio per la prima volta Aaron con cui c'è stata una strana intesa tra gli sguardi. Lui va in giro in autostop ma io ho la macchina strapiena e ci limitiamo a presentarci più o meno velocemente.
Dopo la deviazione per Kakadu continuiamo la strada verso il sempre più fresco sud lasciando alle spalle si i 30 gradi ma anche le 30.000 zanzare che ogni notte ed ogni mattino ci divoravano senza pietà.
Per la strada c'è il più grande dei festival aborigeni del Paese ed è doveroso farci un salto e vedere cosa capita da quelle parti.
A Barunga si radunano varie tribu aborigene come tanti altri aborigeni senza tribù e senza radici. Il problema degli aborigeni è che sono stati messi all'angolo durante la colonizzazione (se così la vogliamo chiamare) inglese. Essere stati allontanati dalle loro terre che conoscevano a perfezione è significato per loro: morte culturale. Se prima, fino ad un paio di centinaia di anni fa, erano capaci di raccogliere e selezionare i frutti che le loro terre offrivano, oggi si trovano di fronte a McDonald e Subway che funzionano con una dinamica a loro sconosciuta: quella del denaro. Se ci si mette anche l'aspetto di "generazione rubata", quando il governo australiano tempo fa ha portato via letteralmente generazioni di bambini aborigeni tentando le peggio stronzate in termini di integrazione, si può avere un quadro generale di come possano essere confusi gli aborigeni oggi, visto che la loro cultura è sempre stata tramandata di parola in parola. Potrei stare qui a scrivere per pagine e pagine di questo, mi limito a dire che la questione denaro è qualcosa che il governo australiano ha pensato bene di risolvere in modo semplice. Gli abborigeni non hanno soldi per comprare il Big Mac? E allora ecco un sacco di soldi agli aborigeni! Quindi per giustificare questa cosa viene indetto un festival ufficiale dove grazie ai classici media di stampo occidentale vengono riconosciuti i meriti di "qualcuno che fa qualcosa per quegli altri". Nonostante il mio sfogo, che sottolineo essere personale, sono stati interessanti alcuni progetti di questo evento perchè a parte le bancarelle che vendevano Coca Cola ci sono anche state tende in cui esponenti di tribù raccontavano come stanno le cose e come ad esempio Amnesty International aiuta in modo concreto il mondo aborigeno. Altre tende organizzavano workshop su come lavorare i fili di erba del bush per creare giocattoli ed ancora altre tende che alla luce del tramonto vedevano vecchie aborigene raccontare storie davanti al fuoco con una chitarra e tanta magia.
L'ultimo giorno c'è la competizione di Didgiridu e chi mi ti ci spunta sul palco? Aaroon! Si merita il primo premio di 400$ dopo aver suonato a dovere il Midjiridu che lui stesso ha costruito. Chiacchierandoci scopro così che lui lavora tanto il legno, la pelle e qualsiasi cosa gli venga in mente e a giudicare da quello che gli ho visto fare è veramente in gamba. Viaggia così tra un passaggio el'altro ma spesso si fa lasciare in mezzo al nulla dove va a pescare con le lance e gira con un libretto che descrive frutti commestibili e non da procurarsi nel bush. Quando gli mancano soldi spende qualche giorno in qualche città, suona il suo Midjiridu e si tira su il necessario per andare avanti. Aaron ha due lauree e tanta voglia di vivere.
Dopo tre splendidi giorni passati al festival ci si rimette in viaggio e zozzi come siamo troviamo splendida l'idea di fermarci verso Mataranka alle terme naturali. Qui l'acqua è verde smeraldo e tiepida.. è un piacere lasciarsi in ammollo per una bella oretta.
Si prosegue scendendo in diversi giorni e troviamo una delle ultime tappe interessanti in Deamon Marbles, dove enormi roccie tonde sono ammassate intorno ad una terra che si è ormai fatta decisamente rossa. Ci addentriamo in questo grosso sito di ammasso di rocce ed è qui che per un pelo non mi faccio veramente male.. ma in una maniera così stupida! Per fare una stracazzo di foto di quelle che di solito non faccio mai (io con dietro la cosa da fotografare stile giappo per dire) non mi ero accorto che sotto ai miei piedi ad un tratto c'era giusto il ... nulla! Per 2 metri! Mi vedo volare giu e con un riflesso incondizionato alla Chuck Norris riesco a cadere in piedi preciso senza riportare alcun danno fatta eccezione per un graffio sul gomito: che pirla!
Dormiamo un poco più a sud ed ormai il fresco è diventato decisamente freddolino specie la sera. Per fortuna dormo in tenda con due belle ragazze che mi stanno viciiiiiino viciiiiino!
Alice Springs è vicina e ci si organizza al volo per raggiungere la meta principale: Ayers Rock!