Mentre viaggio velocemente sullo scafo che salta nonostante la piattezza dell'acqua, ho tra le mani una fotocopia che illustra l'isola in cui vado e la sua sorella maggiore. Pelau Perhentian Kecil, la più piccola ed è quella sulla quale sono diretto, si differenzia dalla sua sorellona Pelau Perhentian Besar oltre che per le dimensioni anche per i prezzi. In quella in cui vado i prezzi dovrebbero andare dalle 4 euro a notte alle 10 mentre nell'altra ci sono solo resort per gente con molto più cash in tasca di quanti ne abbia io. All'arrivo la spiaggia sembra vuota e mi viene in mente la descrizione paro-paro di quello che Thomas mi disse a Phi Phi. Vengo a sapere subito che questa è l'ultima se non la penultima settimana di stagione e giusto ieri precedente al mio arrivo moltissimi chalet hanno chiuso i battenti. Tutto questo mi prospetta vantaggi e svantaggi. Tra gli svantaggi sicuramente che gli ultimi rimasti aperti saranno quelli che costano di più, cosa appurata. I vantaggi? Possibilità di contrattare, pochissima gente sull'isola e... gli chalet che hanno chiuso hanno lasciato le chiavi!!!! TAAAAAAAAAAAAAAAC! Avete presente LOST? Haha! Qui andando in uno di questi chalet abbandonati sarebbe fighissimo! Paghi zero, hai l'acqua e sei tu e l'isola! Cabaaaaya de....! Il problema che mi fa un po' incazzare è che per raggiungere questi chalet bisogna camminare una ventina di minuti tra le roccie e con questa caviglia non posso permettermelo. Devo aspettare di riprendere il controllo dei miei passi.
Ok, però non vi ho ancora parlato di quest' sola. Qui ci sono due spiagge principali, una dove tramonta il sole ed è quella in cui costa un po' più caro dormire. Qui è più tranquillo. Ho contato su questa sponda solo una ventina di persone (oltre ai gestori ovviamente). L'altra spiaggia è dalla parte opposta e per raggiungerla bisogna attraversare 15 minuti di giungla. Una giungla molto easy, l'unica cosa che ho visto strisciare un po' era un varano ma non di quelli enormi e incazzati. Sono come iguane ma sennza cresta e decisamente più grandi. Per il resto nell'attraversamento scorrazzano galline a go-go ed ogni tanto qualche scoiattolo prende e salta di ramo in frasca. Su questa altra isola si vede invece l'alba.
Come dicevo resto la prima notte nella spiaggia più tranquilla. I pochi chalet aperti hanno stanze a due passi dal mare a 40RM che sono come 8 euro. E' un po' caro per il mio budget ma per questa sera voglio godermi tutto e far riposare la caviglia. L'indomani con calma cerco un posto più economico. Alla reception di questo Maya Chalet, che scelgo per la pulizia della sua camera e la frescura delle sue lenzuola, incontro la prima italiana "con le palle". No cagoni! Non sto parlando di trans o ladyboy come dicono in Thailandia! :-)
Cecilia piangeva un anno fa quando in Cambogia sono arrivate due bambine a portarle quattro fiori alla porta. Pochi giorni prima una donna disperata è venuta con un bambino di 7 anni tra le braccia da lei e dai suoi tre amici che hanno una ONG in Cambogia. Quel bambino aveva 42 di febbre da tre giorni ed era più di li che di qua: dengue. Sono bastati 20 dollari di colletta per portare il bambino in ospedale. Quello che voglio dire è che 20 dollari hanno salvato la vita di un bambino. Quando me lo raccontava aveva gli occhi lucidi e non posso nascondere che li avevo anche io. Cecilia è una ragazza di 23 anni ed è da due anni che vive all'estero: in Cina. Studia cinese, lo parla e lo scrive. Pazzesco! Non ha la minima intenzione di tornare in Italia a lavorare tanto che ha insistito affinchè sua madre venisse a trovarla! Infatti adesso è qui su quest'isola che viaggia con la madre di ostello in dormitorio attraversando la Malesia. Non so se stupirmi più di lei o di sua madre che ha questo spirito di adattamento pazzesco... parlerò di Cecilia in un'altra occasione, per ora sappiate che ho passato con lei e Mamy una serata fantastica raccontandoci le reciproche esperienze di viaggio e stupendoci a vicenda delle nostre storie. La serata si è conclusa con una stellata così piena che facevo veramente fatica ad orientarmi nel cielo. Non vedevo l'orsa maggiore che ho sempre saputo riconoscere... ma in tutte quelle stelle è cosa difficile!