Pangandaran

Pangandaran
Pangandaran  

Si scende a Pangandaran, qualche kilometro prima della stazione dei bus sotto richiesta diretta di Abhadurra. La notte è fresca e l'aria profuma di mare. Seguo il mio nuovo amico indonesiano per il buio sentiero sterrato che si fa strada in una piccola foresta. Quattro case ai fianchi ed una moschea dalla quale un canto invita i musulmani alla preghiera.

abhudurraSono le 4 di mattina e la luce non si è ancora fatta strada. Abhadurra mi presenta la mamma. Io mi sento un po' in imbarazzo ad imbucarmi a casa di questa gentilissima donna. Veste abiti locali semplici ed un tipico copricapo bianco. Il suo sorriso è dolce. Abhadurra mi fa intendere che lui deve andare a pregare e dopo avermi offerto un caffè mi mostra una stanza dove poter riposare.

Qui c'è un materasso per terra. E' tutto basilare e modesto, come la casa del resto. Non ho sonno perchè ho dormito a sufficienza in pullman ma un po' di relax su un comodo materasso non mi dispiace. Verso le 6 del mattino, alle prime luci, con lo scooter raggiungiamo la spiaggia. Lui alla guida con davanti il mio zainetto ed io dietro con lo zainone sulle spalle. Per le strade poca gente.

AlbaArriviamo al porto puntuali per una delle migliori albe che abbia assaggiato in questi due primi mesi di viaggio. Il tempo di ammirare il sole prendere quota, sento i suoi raggi accarezzarmi il viso. E' bellissimo. Abadhurrà deve raggiungere il padre che lavora con una piccola imbarcazione da pesca. Per raggiungerlo entriamo nel parco nazionale di Pangandaran che ospita cervi, scimmie ed altre specie animali. Il papà arriva con il bottino, un sacco pieno di pesci lunghi ed affusolati, come tonni ma piccoli e più snelli. Non saprei che pesci siano ma di sicuro sanno di buono!

Risaliamo sulla sella dello scooter e come promesso ecco la visita alla sua dimora dove conosco i due maschietti di 4 e 6  anni, la piccola peste femminuccia di 3 e la consorte che ci serve delle pastelle fritte a base di verdura e cereali accompagnate dall'immancabile riso bianco. E' inutile quantificare i metri quadri della piccola casetta in legno che si inserisce nel contesto di questa piccola foresta marittima. Lo spazio è quello che serve, ne di più ne di meno. Una piccola recinzione di fronte alla casa, ospita tre capre mentre le galline scorrazzano tranquillamente nel cortile che profuma di terra fresca e fertile. Verso le 9 il buon Abhadurra mi accompagna sul lungomamre e mi presenta un amico che ha una guesthouse: Dedi. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere e condiviso un caffè, mi sistemo in una stanza nella quale passerò una notte. L'indomani voglio proseguire il mio viaggio per Jogjakarta. La mattina la passo camminando per le due spiaggie di questo istmo: una si affaccia ad est, dove nasce il sole mentre la seconda dove muore. Da queste parti in buona stagione si fa del buon surf ma in questo periodo è tutto deserto. Sono l'unico "turista" in città e tutti gli occhi sono su di me anche se devo ammettere che nessuno mi ha mai rincorso gridando "Mister" come nella maggiorparte delle località lasciate alle spalle qui in Indonesia. Canyon e parchi nazionali sono a portata di scooter ma preferisco noleggiare il mezzo per fare un giro della zona senza rincorrere i posti turistici citati dalla guida. A volte sembra quasi di essere portati in giro dalle pagine della Lonely Planet. E' vero che alcune zone sono così spettacolari da "dover" essere visitate ma tante altre volte ci si perde nel sentiero del viaggio rincorrendo attrazioni che trasformano il viaggio in vero e proprio turismo. Lo scooter questa volta non seguirà le rotte indicate dalla guida ma mi porterà dove vorrà il mio istinto e l'istinto mi porta a fermarmi in un modestissimo ristorante su una strada che chissà dove porta. E' suddiviso in tante piccole stanzette separate da muretti alti meno di mezzo metro. Non ci sono tavoli, ci si siede sul pavimento.

CibanzaTutto è scrupolosameente in legno. Ordino del pesce freschissimo che mi viene servito con l'immacolato riso, una serie di verdure crude e diverse salse tra le quali una tanto buona quanto piccante. Si beve the locale a disposizione in una caraffa di plastica da un litro. Faccio fatica a finire tutto ed ozio diverso tempo ammirando il paesaggio al di la della strada che si apre su sconfinati campi di riso. Il verde del paesaggio, deciso e baciato dal sole si oscura presto per via di una serie di nubi che in meno di una decina di minuti ricoprono l'intero azzuro. Questa volta l'istinto mi dice di tornare alla guesthouse. Non ho idea di quanta strada abbia fatto visto che il cruscotto dello scooter non funziona in nessuna delle sue parti. So solo che ho guidato per un'oretta.
Arrivato alla guesthouse passo diverso tempo con Dedi ed i suoi amici e parliamo di Islam e musulmanesimo. Questo viaggio in questi paesi musulmani mi ha aperto molto la mente ed ora mi sento meno ignorante nei confronti di questa religione tanto temuta nel nostro "benedetto" occidente. La disinformazione dei media nel nostro avanzatissimo e democraticissimo occidente è sconvolgente. Ovvio che ci sono tanti particolari dell'Islam che rispetto ai nostri usi e costumi possono parere assurdi e disumani, ma se visti e vissuti nel contesto in cui nascono e hanno vita... il tutto assume un altro sapore. Per certo ci sono Paesi in cui l'Islam è più rigido di altri ma resta il fatto che alcuni valori di questa religione a mio parere sono invidiabili e questa volta non mi riferisco alla possibilità di sposare quattro mogli ma a valori che educano in un determinato modo i musulmani. Siamo abituati a pensare che il musulmanesimo sia quello che il musulmani fanno ma è sbagliatissimo. Il musulmanesimo, l'Islam, è quello che i musulmani "dovrebbero" fare! La Jihad non è terrorismo e le donne non sono sottomesse. Ho parlato con Dedi a proposito di quella stretta ma ben visibile minoranza dove le donne vestono abiti completamente neri mostrando solo gli occhi, lo chador. Secondo il mio personalissimo parere questa è una esagerazione ed un'usanza del genere a quanto ne so non è ripresa nemmeno nel Corano che si limita a dire che le donne devono vestire abiti larghi in modo da nascondere le proprie forme e di coprirsi il capo. Quest'ultima citazione tra l'altro è presente anche nella Bibbia solo che le è stata data una "interpretazione" differente... Comunque quello che intendo dire è che Dedi "spera" che sua moglie decida di abbracciare questa cosa dello chador ma non lo impone! Si potrebbe scrivere una enciclopedia parlando dell'Islam e di tutto quello che ci gira attorno ma non sta certo a me farlo, basta informarsi senza limitarsi a quello che dicono i soliti media.
Dopo qualche scambio di opinioni mi faccio suggerire da Dedi il modo migliore per raggiungere Jojgakarta, una città sulla strada per Bali che a quanto pare promette veramente bene. Sarà il treno il mio prossimo mezzo. Benissimo. Adoro il treno, adoro il suo rumore ed il suo attraversare il paesaggio. Adoro vedere quello che c'è dietro un finestrino di un treno. Non vedo l'ora di oziare sul sedile del bruco metallico per raggiungere la prossima meta.
 

Shella
Shella
Traveler

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