La città della magia - Jogjakarta

La città della magia - Jogjakarta
La città magica di Yojgakarta  

La stazione è ad un'ora da Pangandaran. Il servizio navetta degli hotel costa relativamente troppo e quindi mi faccio dare uno "strappo" da Dedi che per meno della metà del cash mi fa salire al bordo dell sedile posteriore del suo scooter. Un'ora di moto con lo zainone in spalla non è il massimo, specie se alcune buche inevitabili finiscono per farti sbilanciare... ma tutto bene a parte il culo a pezzi! Nel treno per Jogjakarta passano ambulanti a vendere beni di ogni tipo, dalla frutta ai pasti completi serviti in carta da zucchero e foglie di banana. Mi delizio con del riso e pollo mentre il paesaggio scorre dietro il mio finestrino come se fosse un film. Il posto che mi spetta è quello che sceglievo sempre quando da ragazzino viaggiavo in treno per l'Italia grazie al biglietto-a-babbo da super fortunato figlio di ferroviere: l'ultimo posto all'ultimo vagone da cui è possibile vedere il retro del treno. Il treno è comodo e da spazio alle mie gambazze permettendomi di svaccarmi come uno schifoso. Raggiungo presto la mia destinazione e appena scendo vengo assalito di default dai procacciatori di turisti. Piove e scelgo di seguirne uno. Mi mostra diverse stanze e scelgo una che più avanti scoprirò essere citata dalla Lonely. La stanza è basilare e a dire il vero puzza un po' di muffa ma anche a questo giro puzzo più io di lei quindi non posso mica lamentarmi eh!
Il tempo di farmi una doccia e di scambiare quattro chiacchiere coi vicino di stanza e smette di piovere.

JogjakartaPasseggio per le strade di questa città, è meravigliosa! Si respira per le strade un'aria molto più "aperta" rispetto ad altre città. Una mentalità più aperta. La via principale, Mariliboro, ha ambo i lati dei portici dove un sacco di bancarelle vendono un sacco di souvenir, dai braccialetti alle collane, ai quadretti in legno ai tipici saron e insommaun sacco di roba. Ovviamente non compro nulla ma più avanti, alla fine della via mi fermo a chiacchierare con Freddy. Freddy lavora al museo all'interno del palazzo del sultano che visiterò l'indomani e mi da un sacco di suggerimenti. E' stato piacevole spendere una buona oretta a parlare con lui. Mi ha chiesto se gli spedisco delle vecchie lire italiane ma non so nemmeno se ce ne ho a casa e chissà se riuscirò a non perdere il suo indirizzo prima di tornare in patria! Mariliboro in questo mese è costeggiata da una infinità di dipinti su cartongesso. Alcuni sono esageratamente belli. Tutti gli artisti dell'Indonesia si sono ritrovati in questa via per commemorare come ogni anno Suronman, il primo soldato indonesiano. Suronman è morto per asma durante la resistenza contro gli olandesi.

SunonmarEgli è simbolo di patriottismo nazionale. Comunque per quanto bella da attraversare, questa via è piena zeppa di commercianti che  assillano con i loro "Mister Mister!". Anche i personaggi che ti trasportano sul risciò sono ossessivi. Non ce n'è mezzo che non attacchi bottone proponendo il servizio e più dici "No" più loro insistono. Alcuni dicono anche diretamente "Five Thousand!" ... Five Thousand.. ok... è un terzo di euro ma... che? Cosa? cioè... Five Thousand e dove mi porti? Quindi chiedi dove ti portano con 'sti Five Thousand e sai che ti rispondono? "FIVE THOUSAND" AAAAAA!! OK PORTAMI A BALI CON FIVE THOUSAND ALLORA! Eheh
Questa città è famosa anche per i suoi aspetti artistici. Ci sono diverse scuole di arte e quindi un sacco di gallerie. Ovunque vai ti dicono che dalle altre parti sono tutti falsi. Assurdo. Sono stato quindi a quella nazionale che è l'unica che espone i prezzi e pare che sia direttamente collegata con gli studenti-artisti che percepiscono il loro corrispettivo senza troppi giri di fumo. I dipinti hanno delle lettere che li classificano a seconda dell'artista, della dimensione ed altri aspetti, quindi del prezzo. Una lettera, un prezzo. Ho parlato con un carissimo artista figlio del vino che bazzica dalle parti della mia guesthouse e mi dice che secondo lui l'arte non si può etichettare con delle lettere. Si paga un'opera a seconda di quello che tu ritieni opportuno. "What you feel, is up to you". Non posso dargli torto ma lui non può dare torto a me quando gli dico che però così a livello turistico si crea un underground di intermediari che fanno arrivare i prezzi a cifre assurde senza nessuna ragione basata sul "feeling".
La sera finisce con un ritorno a casa tra la via Mariliboro dove ragazzi sui marciapiedi suonano la chitarra, degustano una birra, alcuni due, alcuni troppa... ma è bello vedere un po' di vita! Finalmente! Una città viva ma strettamente indonesiana. Una città viva ma non grigia come la capitale, una città veramente graziosa. E' brava Jogja!
Palazzo del sultanoIl mattino successivo visito il palazzo del sultano, sinceramente potevo risparmiarmi la visita dedicando la giornata al settimo tempio buddhista più grande del mondo. E' ad un ora dalla città ma ho solo un giorno a disposizione ed ho optato per il palazzo, Mi sa che ho toppato perchè non mi ha sorpreso per nulla. Amen, se non provi non sai, no? Peccato per il tempio ma non posso fermarmi ancora un giorno, l'indonesia è enorme da vedere con un solo mese di visto e devo già spostarmi. Torno verso la guesthouse nel tardo pomeriggio. Cammino con lo sguardo basso ma qualcosa mi pietrifica per un istante. No! Phil! Il biondo con cui mi son perso nella giungla a Parapat! E' in dolce compagnia. Sono felicissimo di averlo ritrovato. Anche lui domani va per la mia stessa strada, Bromo: uno dei vulcani più attivi del Paese. Mi suggerisce di acquistare un pacchetto che ha trovato presso un'agenzia che prevede di raggiungere Bali passando dal Bromo. E' proprio quello che fa a caso mio! E vai! Serata in compagnia di Phil, la sua bella e le mie belle... cioè le mie belle birre e via, domani si va tutti assieme!

Shella
Shella
Traveler

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