Kuala Terrengganu: ci ho messo 3 giorni a capire come si scrive questa città!
Terranggnanu non è proprio il meglio della Malaysia e non offre nulla di particolare. Di sicuro qui è facile vedere i malesi, intendo quelli non contaminati dal turismo. Infatti nonostante questa capitale di stato del Terrengganu sia servita di McDonalds, Pizza Hut, KFC ed altro, di turisti non ve n'è traccia. Vi chiederete cosa ci faccia io qui? E' una città bella grossa ed è "a portata di zoppo" dalle favolose isole lasciate alle spalle nella precedente tappa. Qui ho la possibilità non solo di riposare un attimo per recuperare al meglio la caviglia ma anche di sfruttare diverse location per attaccarmi liberamente in wifi e lavorare un poco. Infatti nonostante sperassi di lasciarmi alle spalle due grossi lavori nelle prime due settimane di viaggio... la sorte vuole che debba ancora cristare con esse... va beh, sticazzi e poi che ve ne frega a voi di questo? :-D Sappiate solo che il McDonald che è a due passi dall'ostello ha la WiFi Free e quindi mi ha fregato! Il primo giorno mi sono svegliato e per sfruttare al massimo l'occasione mi sono fatto colazione, pranzo e cena qui dal pagliaccio. Ci credete che non ho mai avuto problemi di stomaco e dopo il Mc ho avuto il primo smacco? Ho mangiato nei posti più assurdi e non ho mai sofferto niente, ora dal Mc.. taaaaac! Mi sa che sono allergico al capitalismo ahah! Scherzi a parte, ha fatto anche la sua parte una bella dose di pastiglie che mi hanno venduto in farmacia. Qui vendono farmaci senza foglietti illustrativi, senza dirti cosa c'è dentro.. ti fanno capire solo: "Mangiacheèbbuono!".
Colgo l'occasione per ringraziare Sara per avermi dato un'occhiata alle caratteristiche di 'ste pasticche.
Fortunatamente nei giorni successivi ho scoperto altri posti con WiFi Free, ed anche più economici del Mc oltre che più sani. Tra tutti Noodle station, una catena asiatica che fa ovviamente piatti asiatici tipo noodle.
Dunque dove eravamo? ah si giusto, io al caldo e voi al freddo! So che molti di voi godono per essermi azzoppato ma presto riprendo il viaggio cagoni! :-D
Dicevo che qui ci non c'è nulla di particolare però la città non è male, specie il quartiere cinese è molto caratteristico. Inoltre nell'isola che è di fronte c'è una comunità di pescatori e di costruttori di barche. C'è anche una spiaggia ma non mi interessa vederla... primo perchè ne ho viste senza dubbio di migliori nelle isole e secondo perchè... adesso mi sposto su un'altra isola fantastica.. dai non fate quella faccia! Alla fine devo approfittare di fare queste puntatine prima che arrivi metà Novembre, periodo in cui i Monsoni comincieranno a soffiare forte portando secchiate di acqua... eh!
Dimenticavo... se un giorno doveste trovarvi in Malaysia a chiedere informazioni.. qualsiasi cosa vi dicano prendete tutto con le pinze... il primo giorno ho girato tutta la città per raggiungere l'ostello. Mi mandavano ogni volta dalla parte opposta. Sfinito e strazzoppo ho anche preso un old-human-tuk-tuk... insomma non so come chiamarlo ma sto povero vecchio sui 70/80 mi ha portato in bici con tutti gli zaini verso l'ostello... ovviamente l'intenzione era di andare in ostello e mi ha portare da tutt'altra parte ma... amen :-)
L'ultimo giorno a Terrangganu mi sono svegliato molto presto. Ho fatto caso al sottile canto dell'Iman della moschea bianca che dista bene o male duecento metri dal Ping Anchorage, guesthouse presso la quale mi sono sistemato. Oggi sono deciso come non mai a farmi controllare la caviglia all'ospedale, giusto per sicurezza.
Faccio colazione al McDonald approfittando per l'ennesima volta della connessione WiFi libera. Divoro due pietosi apple pie e mi consolo con il caffè. L'alternativa per la colazione era un panino con uova, bacon e salsiccia... Capisco la questione di fare una bella colazione energetica ma... buongiorno fegato!
E' bizzarro vedere in questo luogo, simbolo del capitalismo, così tante donne vestite con i loro stupendi abiti tradizionali ed il velo che copre la testa. Cerco di sbrigare le mie faccende nella rete al più presto. Torno all'ostello e chiedo del ghiaccio. Parte del personale pranza e con la scusa del ghiaccio comincio a parlare con Azhar che mi parla dell'ospedale approvando la mia decisione nel farmi finalmente dare un'occhiata alla caviglia. Qui in Malaysia gli ospedali sono governativi e si paga solo 1RM come ticket. Io in quanto turista pago invece 50RM che mi farò rimborsare dall'assicurazione visto quella che mi è costata. Il tempo scorre ed arriva l'ora di mettere qualcosa sotto i denti. Non ho molta fame ma ho preso l'abitudine di mangiare regolarmente a colazione, pranzo e cena per assicurarmi di avere sempre una buona dieta. Scelgo qualcosa che non conosco: la zuppa TomYam con una sorta di pasta fatta al riso. Purtroppo non ricordo il nome del tipo di pasta utilizzata. Scopro che il TomYam è di derivazione thailandese, anche se qui lo fanno a modo loro. E' una selezione di verdure particolari. Ci fanno le zuppe ma anche piatti asciutti. Ricordo persino di aver visto delle pizze TomYam. Quelo che ho trovato dentro al piatto? Un paio di peperoncini interi, qualche pannocchietta di quelle piccole piccole, foglie di lattuga, cipolle, piselli, verdure sminuzzate in piccolissimi pezzetti, pomodoro, carrote. ed altro. Non mi ha stupito particolarmente. Mi manca un po' la cucina thailandese, un altro pianeta!
Dopo il pasto mi faccio una doccia e mi preparo. Sono d'accordo con Azhar che in reception mi faccio chiamare un taxi che mi porterà in ospedale. Quello che c'è di buono è che a differenza della Thailandia qui sui prezzi non giocano sporco e le tratte in città costano tutte 10RM, turista o non turista. Forse è solo perchè questa città non è prettamente turistica, lo scoprrirò più avanti.
Il tempo di fumare una sigaretta ed il taxi arriva. chiedo a Mat, l'autista, se gentlmente mi da il suo numero di cellulare così se non dovessi trovare taxi in ospedale potrei richiamarlo. Segno il numero sul telefono e in meno di dieci minuti sono in ospedale. Qui ci sono diverse guardie, tutte giovanissime. Controllano che le uscite e le entrate siano utilizzate rispettosamente. Uno di questi giovani ufficiali mi accompagna al pronto soccorso, Non ci sono scritte in inglese ed è disorientante muoversi. In questo breve tratto di strada penso quanto mi sento scemo ad essere in ospedale. Che gli dico ai medici? Che sono caduto ubriaco come un pollo mentre facevo il pirla a saltare una fune di fuoco? e che ci ho ballato sopra per tre ore? No... mi inventerò qualcosa. Temevo di dover attendere parecchio tempo essendo abituato all'organizzazione italiana. Se in italia le attese medie sono circa di due o tre ore figuriamoci qui... domani sono ancora in fila.
Allo sportello mi chiedono il passaporto e immediatamente mi fanno il controllo della pressione. Tutto regolare. Mi dicono di accomodarmi e di aspettare il numero che mi è stato consegnato. C'è un pannello infatti che segna 1021, io ho il 1025. Non dovrebbe essere lunga l'attesa allora... neanche il tempo di realizzarlo e sento al megafono: "Mr. Carlo Frencesco Mescella at the door 2 please". Figata! Entro e mi trovo a parlare con giovani medici che mi chiedono cosa sia successo. Rispondo semplicemente che sono caduto e che è da una settimana che il gonfiore non rientra. Anticipo altrettante domande dicendo che ho provato ghiaccio, cure tradizionali cinesi e creme varie. Inoltre gli dico che mi hanno consigliato di fare dei massaggi malesi. Pare che sia stato un bene evitarli perchè nella stragrande maggioranza dei casi vanno a peggiorare le cose, specie se in presenza di microfratture. Vengo quindi invitato a fare i controlli a raggi X ed in men che non si dica ho già gli esiti. Dopo un controllo approfondito della situazione non devo preoccuparmi di nulla. Non ho microfratture e devo semplicemente prendere qualcosa di molto simile al Voltaren nel caso soffra dolori vari. Chiedo anche un parere a proposito delle pillole che mi hanno venduto in farmacia e mi confermano che vanno bene, servono per "sgonfiare". Il Voltaren è gratis e con la ricetta che mi è stata consegnata dai medici è stato sufficiente esibire il foglietto al quarto piano in farmacia per averlo in tasca in meno di cinque minuti. Ho finito. Mi sento già meglio! Altro che lunghe attese! Ora non per sputare sempre nel piatto in cui mangio ma mi chiedo come sarebbe andata se mi fossi trovato nella stessa situazione in Italia... e non venitemi a dire che ho fatto alla svelta solo perchè sono un turista.
Mi avvio verso l'uscita e ci sono due taxi... ma senza autisti. Non ho voglia di aspettare e poi Mat è stato molto gentile a darmi il suo numero, perchè non utilizzarlo? Lo chiamo e visto che è da tutt'altra parte mi fa venire a prendere da un suo amico taxista. Stessa storia. 10RM e sono in ostello. Adesso sono molto più rilassato e mi godo il resto della giornata a pianificare le prossime tappe. Tra un canto dell'Iman e l'altro decido quindi di dirigermi verso l'entroterra per raggiungere Tamar Negrara, una forsta primaria. In parte mi spiace non godermi questi ultimi giorni di sole visto che fra due settimane arriva il monsone a soffiare vento e pioggia... ma so per certo che avrò tante altre occasioni per vedere altre spiagge ed altri mari fantastici. Chiedo alla stazione dei bus le varie possibilità per raggiungere Jerantut, ma sembra che i bus siano già tutti prenotati. Beh... che importa, vorrà dire che ne prenderò uno per Kuantas e poi da li cambierò per Jerantut. Come mi piace questo spirito del "poi vediamo"!
A presto!
P.s. Vi ho gia detto di cliccare sugli sponsor in alto? :-D
Shella