Il treno per Mumbai impiega 24 ore ad arrivare a destinazione. Mi sono preso una cuccetta e se pensate che le cuccette siano come quelle dei treni europei beh... ripensateci! I treni notturni a cuccette sono vagoni senza scompartimenti e riescono a trasportare ben 72 letti per trailer: il come riescono a sistemare tutti gli incastri tra un letto ed un altro è una cosa che si può immaginare solo dopo aver visto "Il ragazzo di campagna" con Renato Pozzetto. Taaaac! E comunque non ho capito secondo quale logica il mio letto è più piccolo e per dormirci mi devo rannicchiare.
Durante il viaggio ambulanti passano a vendere qualsiasi genere alimentare ed io non mi sono trattenuto davanti a nulla: samosa, insalate di cereali e legumi, polpette vegetariane e l'immancabile chai, un tè nero a base di latte che gli indiani bevono spesso durante le loro giornate. Alcune di queste pietanze vengono servite in delle tazze fatte di foglie secche che oltre ad essere bellissime sono anche decisamente resistenti ai cibi. Peccato che tante altre invece vengono servite in vaschette di plastica se non di alluminio. Il problema è che un miliardo e quattrocento milioni di indiani hanno la cultura di smaltire le cose da buttare semplicemente gettandole via dal finestrino. Potete immaginare cosa ci sia al di la del finestrino sui cigli delle rotaie...
Nonostante tutto sul viaggio che ho fatto a metà del cammino il treno si è fermato per mezzora per dare la possibilità agli spazzini (od operatori ecologici che dir si voglia) di pulire i corridoi del treno, con lavaggio incluso. Poi dove vengono buttate le scorie non oso immaginarlo ma insomma... questo è quanto.
A fianco alla mia cuccetta c'è Jabber, un ragazzino di 10 anni che mi chiede se sono americano. Cominciamo a parlare e parla l'inglese meglio di me. Scoprirò a breve che è dell'Arabia Saudita e che viaggia con i suoi per quattro mesi e parla indiano, arabo, malese ed inglese. 10 anni. Sticazzi!
Nel treno dormo veramente bene e sarà proprio Jabber a darmi la sveglia per avvertirmi che finalmente siamo arrivati.
Così arrivo a Mumbai con questo strano obiettivo di trovare un corso Cisco in città.
Per qualche giorno mi sistemo in Grant Road, una strada enorme che non offre nulla se non un sacco di bancarelle tra i suoi mercati e tanto, tanto tanto traffico. Qui l'utilizzo dei clacson è qualcosa di inimmaginabile. Penso che siano sempre tutti con il palmo della mano sul clacson.
Il corso lo trovo subito e prima di inziare sfrutto i due giorni liberi per sistemare un po' di cose. Compro una sim per il cellulare e per farlo devo presentare passaporto, fototessere, fotocopie di vari documenti e tanta pazienza. Per trovare chi mi ha venduto la tessera ho dovuto girare parecchio perchè se non è conveniente a livello economico ti dicono semplicemente che non possono farlo... ed il tutto solo perchè per loro è una perdita di tempo. Ho pensato di fare anche l'abbonamento per il treno ed anche qui un via vai di passaporto e fototessere. Per la sistemazione invece non c'è stato nulla da fare di meglio che rifilarmi in Colaba, il quartiere turistico a sud di Mumbai. In altri posti della città i turisti e gli stranieri sono semplicemente non accettati perchè gli albergatori hanno bisogno di speciali licenze. Se c'è lapossibilità di pernottare significa che si paga un botto. Tutti questi casini e queste complicazioni sono frutto dei vari attentati che si sono verificati nella città negli anni passati e la prova di questa situazione la si vede proprio a Colaba dove veri e propri appostamenti militari presiedono i palazzi più importanti. Quello che ho dimenticato di comprare è un canotto. E' si perchè qui c'è ancora il monsone e piove quasi sempre!
Alla fine in un certo senso sto "vivendo" a Mumbai perchè seguire un corso quotidianamente significa svegliarsi quando si svegliano tutti e prendere i treni dei pendolari. Ecco... parliamo dei treni dei pendolari. Essendo una grande città Mumbai è collegata con treni di superficie che vengono utilizzati per raggiungere le diverse stazioni. Questi treni sono decisamente vecchi e per via del caldo e dell'umidità non si chiudono mai le porte. Ci sono i ventilatori sul soffitto. Questa cosa delle porte permette agli indiani di saltare sul treno prima che esso si fermi e la cosa assurda è che nello stesso momento la gente salta giu! E se non fai così il più delle volte ti giochi il posto, specie a Dadar, cuore della città (e dove cazzo faccio io il corso? Dadar!). Si calcola una media di 40 morti al mese per via di questa abitudine di merda ed io ho visto con i miei occhi "quello davanti a me" finire con la gamba tra le lamiere del treno ed i binari. Non so come ne sia uscito indenne ma in quel momento ho realizzato come sia possibile che tanta gente per strada zoppichi o, se non peggio, sia mutilata. Anche per le strade non c'è pietà. Gli automobilisti non frenano nemmeno se attraversa Shiva in persona... forse hanno pieta solo delle mucche.
In questi giorni mi sto abituando a questo vivere la città anche se devo ammettere che tante volte il mio cervello spazia auspicando una rapida fine del corso in modo da cambiare aria. Quello che vedo ogni giorno è un'incoerenza che, ad oggi, solo in India ho avuto modo di vedere. La mattina la gente mentre si reca a lavoro bacia le immagini sacre, avvolte dai fiori colorati, sulle pareti dei muri e toccano ogni mucca sul marciapiede come da noi i cristiani toccano l'acqua santa in chiesa. Poi magari cinque metri più avanti scatarrano e sputano quantità industriali di tabacco da masticare e magari in stazione spingono violentemente il prossimo pur di riuscire a salire su quel maledetto treno. Le strade sono sporche e spesso lasciate al loro destino ma in giro non si fuma. Il governo ha indetto il divieto di fumare in posti pubblici ed i posti pubblici in India (o per o meno a Mumbai) sono tutti eccetto... casa tua! Quindi si fuma agli angoli delle strade o davanti alle bancherelle che vendono le sigarette singole.
Al prossimo aggiornamento!
Shella