Atmosfere da horror a Cloridge

Atmosfere da horror a Cloridge
Arriviamo a Cloderidge percorrendo kilometri di strada sterrata e le uniche cose, visibili alla guida, si vedono per grazia dei fari del Buon Bastardo, senza i quali il buio prenderebbe il sopravvento.  

Bruce ha la barba bianca lunga quanto quella di Babbo Natale. Sulla tastiera del computer in biblioteca fa fatica a scrivere: le dimensioni delle sue dita sono enormi. Nonostante tutto è bello snello e si porta bene i suoi 60 anni... certo si tiene allenato. E' sempre in giro con la sua mountain-bike ed il suo caschetto a sfidare montagne raggiungendo i più remoti luoghi della Nuova Zelanda. Attacca bottone con me mentre approfitto del wi-fi gratuito della biblioteca e mi fa capire che lui è dentro ad un organizzazione, ad una sorta di club: organizzano viaggi in bicicletta. Dopo una lunga chiacchierata colgo tra quelle poche cose che riesco a capire che insiste consigliandomi di visitare un paio di posti tra cui Coleridge e Clearwater. Dice che la costa east dell'isola del sud non ha nulla da offrire rispetto all'entroterra ed alle sue montagne e questo ancora una volta fa andare a rotoli i nostri pochi piani. Volevamo proprio continuare a costeggiare l'isola ma la tentazione di vedere cosa c'è in questi posti è troppo forte è così si va: direzione Cloderidge.

Lake ColeridgeArriviamo a Cloderidge percorrendo kilometri di strada sterrata e le uniche cose, visibili alla guida, si vedono per grazia dei fari del Buon Bastardo, senza i quali il buio prenderebbe il sopravvento. Schiviamo qualche Opossum che caccia di notte... questi "cosi" a quattro zampe sono ridicoli... hanno una faccia da cazzo che non potete immaginare. Sono proprio brrrutti! Voi direte: "Sei bello te!" beh... che dire? Si! Rispetto ad un Opossum di sicuro! Opossum a parte fatichiamo a trovare un posto dove parcheggiare per la notte perchè intorno non c'è veramente nulla di visibile ed ovviamente il cielo tira giu acqua. Ci fermiamo in un campo che sembra adatto all'overnight e ci sistemiamo tra un paio di pareti di cespugli. L'atmosfera nell'aria è simile a quella di uno scenario di "The Ring" o "the Grudge". Cielo nero come la pece, un campo immenso che si perde nell'oscurità all'orizzonte. Vicini a noi un paio di roulotte che hanno tutta l'aria di essere abbandonate, abbandonate alla pioggia ed al vento... ma un vento... ma un vento.... che quando ci siamo trovati sul letto in preda agli scossoni laterali:

Mus: "Oh ma se ci ribaltiamo con il van?"
Shella: "Ah boh... speriamo di no!"

...ed una risata di quelle con cui cerchi di convincerti che va tutto bene.

Alla fine si dorme e mi sveglio ogni tanto per cercare di capire se oltre all'oscurità che dipinge tutto l'intorno si intravede qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo, qualcosa di rassicurante... ma niente. Solo buio. Non sappiamo se abbiamo parcheggiato a casa di qualcuno, o sulle rive del lago, o... o... o... e che ne so!
L'adrenalina raggiunge ottimi livelli e ci fa compagnia fino al mattino quando io mi sveglio curioso di sapere cosa ci sia attorno e vado a fare due passi mentre Mus dorme come un opossum. Mi rendo conto finalmente che siamo in un vero e proprio campo dedito al parcheggio di camper, roulotte etc etc. Pochissimi personaggi in giro tra cui un tipico padre di famiglia di quelli che vanno in giro in camper con la camicia a quadrettoni ed il cappello da cowboy... e con quel fare americano. Anche lui era sorpreso per come tirava il vento questa notte. Mus si sveglia che io ho gia finito di fare colazione e con molto TakeItEasy ci organizziamo per dare un'occhiata al lago di Cloderidge. Sinceramente non mi ha colpito. Per quanto mi riguarda ho visto un lago come un altro in una giornata grigia e piovosa. Decidiamo di andare altrove con la speranza di incontrare bel tempo e allora via... verso Clearwater, sorridendo al pensiero della notte assurda che abbiamo passato nel van tra folli folate di vento.

Shella
Shella
Traveler

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